La storia di Luca Vanni ci ha colpito per la sua determinazione, resilienza e crescita interiore. Un racconto degno di NBS Stories.
Luca nasce ad Arezzo nel 1985 e trascorre la sua giovinezza a Foiano della Chiana.
Lo sport nella sua famiglia è di casa, ma a differenza del padre e degli zii che si sono fatti conoscere per le loro doti nella pallavolo, Luca si innamora follemente del tennis.
La passione e il sacrificio per il tennis
Impara sin da piccolo cosa significa la parola sacrificio: dall’età di 9 anni per allenarsi deve dedicare tantissimo tempo agli spostamenti.
”Uscivo da scuola alle 13.30, alle 13.40 avevo il pullman per Arezzo, alle 14.30 veniva il mio allenatore a prendermi alla fermata per portarmi al circolo, dove mi allenavo fino alle 16.30.
Dopo aver curato anche la parte atletica o trovavo un passaggio o rifacevo il viaggio dell’andata. Ho fatto questa vita per 5 anni. Spesso me la prendevo con i miei genitori perché non mi hanno permesso di fare la scuola privata, oggi, ripensandoci, credo che tutto questo sia servito a farmi avere la grinta necessaria per arrivare a raggiungere il mio obiettivo!”
Dopo le superiori le cose non diventano più semplici.
Si allena a Perugia, si rompe il menisco e il fattore economico, non avendo sponsor a sostenerlo, pesa molto anche a livello morale nei confronti della famiglia.
Così il sogno del tennis viene accantonato, continuando a giocare in modo amatoriale.
La svolta sportiva
Poi un giorno tutto cambia.
Convinto da un’amico gioca un’internazionale a Cesena e nel giro di 3 mesi vince il primo torneo internazionale, si qualifica al Challenger e diventa il n. 600 del mondo.
Trova gli sponsor e torna a giocare professionalmente fino ai 28 anni, quando un infortunio serio al tendine rotuleo lo costringe a rimanere fermo per 6 mesi.
Questo arresto forzato gli fa scattare qualcosa e si aggrappa al suo sogno di bambino senza lasciarlo neanche un istante.
La vita da tennista professionista
Dopo varie peripezie, Luca si prepara in modo eccellente e in un anno passa dal n. 800 del mondo al n. 150.
Nel 2015, a 30 anni, finalmente corona il suo sogno ed entra nei primi 100 giocatori del mondo di tennis.
“Per 5 anni ho fatto la vita da vero professionista: ho girato il mondo esibendomi sui campi più importanti e mi sono tolto alcune soddisfazioni grazie al frutto del mio lavoro. Non so cosa mi sia scattato tra i 28 e i 30 anni, ma anche dopo le sconfitte il mio atteggiamento era sempre propositivo e fiducioso e pensavo a ciò che avrei dovuto fare per migliorarmi, mai alle cose negative. Il mio desiderio di apprendere mi è stato di grande aiuto nel tennis, non mi sono mai accontentato. Probabilmente l’infortunio mi ha fatto capire che avevo solo quest’ultima possibilità per riscattarmi e realizzare il mio sogno!”
Da professionista ad allenatore
A dicembre del 2021 Luca si è ritirato dalle scene ed è diventato l’allenatore di un giovane promettente di nostra conoscenza, Andrea Pellegrino.
“Vorrei trasmettergli un po’ della mia esperienza per evitargli certi errori che ho fatto io, ma mi rendo conto che ognuno deve fare il suo percorso ed Andrea farà sicuramente altri errori che lo faranno crescere”.
Luca, come tanti personaggi delle nostre NBS Stories, è un esempio di quanto siano importanti la forza di volontà, l’impegno e la costanza nello sport e nella vita per il raggiungimento dei propri traguardi e che l’età è solo una scusa per non provarci, solo se non ci credi davvero.
E alla domanda se ha davvero appeso la racchetta al chiodo, risponde “ricomincerei anche domani!”.
Chissà che ancora non abbia nuovi capitoli da scrivere.