INTERVISTA A RENATO MENCI, FONDATORE RONDA GHIBELLINA
Ad esempio parlando con una delle persone che maggiormente concepiscono il Trail come gesto eroico dell’uomo contro le avversità della natura e della vita!
Stiamo parlando di Renato Menci, fondatore della NBS Ronda Ghibellina Trail, la gara di Castiglion Fiorentino in provincia d’Arezzo, famosa per le atmosfere medievali, che a gennaio 2020 ha compiuto i suoi 10 anni, ed è una delle poche competizioni che si è disputata quest’anno.
Renato nasce a Castiglion Fiorentino, luogo nel quale ancora vive e che ha eletto come campo base della NBS Ronda Ghibellina Trail, la gara che ha fondato 10 anni or sono e dalla quale è nata la NBS Team Ronda Ghibellina.
Ex Parà e trailer d’annata, di quelli che correvano prima che il Trail fosse definito tale, è un anche un grande appassionato di storia medioevale e nella Ronda riversa queste due anime: l’amore per il Trail e per il medioevo. https://www.youtube.com/embed/IckTELt4lUI
NBS: ciao Renato, vuoi parlarci di te e della Ronda?
RENATO: ho 63 anni e iniziai a correre per smettere di fumare e per gestire lo stress. All’inizio erano lacrime e sangue e lo sono ancora, perché la fortuna non mi ha donato un fisico atletico adatto alla corsa, ma piuttosto da bagnino o da buttafuori. Il fatto però di essere abituato a lottare per ottenere dei risultati mi ha appassionato sempre più alle ultra distanze. Ho iniziato su strada, infatti la mia prima gara è stato il Passatore e fumavo ancora…poi mi sono accostato al Trail e la mia prima gara è stata il Gran Trail du Mont Blanc, era la seconda edizione. Eravamo 600 partenti, mi ricordo le salite che mi sembravano allucinanti e non ero attrezzato…sai quando si dice una scarpa ed una ciabatta? C’erano dei partecipanti che mi guardavano come un alieno e mi hanno anche preso in giro…infine quella volta sono arrivato completamente fulminato a Courmayeur. Questo per dirti che non mi sono fatto mancare nulla. Insomma ho iniziato con delle imprese impossibili che mi hanno sempre dato la carica per andare avanti.
Il Trail però mi entrato di più della strada perché corri nella natura che ti da quel qualcosa di più.
Questo fino al giorno in cui ho voluto valorizzare il mio territorio tramite la corsa, ho trovato un gruppo di matti che mi venisse dietro e 10 anni fa abbiamo realizzato la Ronda Ghibellina.
La gara è pensata per mia volontà come un Trail d’inizio, 10 anni fa mi arrivava della gente che manco sapeva cosa doveva fare, d’altronde come me sul Monte Bianco, con i guanti di lana della nonna a correre nella neve, che dopo 5 km erano da buttare via. Sono arrivati con le scarpe da strada: ho visto persone dare delle musate sul fango da rincoglionire!
Poi il tempo è passato, la Ronda è cresciuta come manifestazione ed anche tutto l’indotto del Trail, forse perdendo un po’ l’aura romantica e selvaggia, e diventando più professionale e più VIP, e noi ci siamo adeguati per rimanere al passo coi tempi.
NBS: …e poi arriviamo ai giorni nostri, a questo strano e tragico 2020. Tra l’altro la Ronda è una delle poche gare che è stata corsa quest’anno, ma immagino che non sarai esente da dubbi e preoccupazioni. Raccontami il tuo punto di vista sull’emergenza del Covid-19.
RENATO: appoggio la tesi che l’epidemia abbia i giorni contati, in un paio di mesi sarà un brutto ricordo. Poi i fatti possono smentirmi, ma questa è la mia opinione.
Penso che per la fine dell’anno qualche gara si possa anche fare ma mi aspetto che vengano messe delle norme talmente stringenti da renderne impossibile l’organizzazione, il poterla gestire. In Italia non ci sono leggi che tutelino l’organizzatore, in realtà ci sono solo delle responsabilità penali importanti e la questione Coronavirus aggiunge un rischio in più. Cioè organizzi una gara per passione, per fare divertire la gente e poi casomai rischi un’imputazione per strage!
Quello che però mi preoccupa veramente, non sono tanto le questioni organizzative, ma a fronte del disastro economico che sta per abbattersi su di noi, mi chiedo se le persone avranno i soldi per correre. Sono 3 mesi che la gente non guadagna, non parlo delle fasce di utenza alte, ma di chi ha uno stipendio di 1.000/1.500 euro al mese, con i quali ci si riesce a togliere qualche sfizio, come ad esempio quelle due o tre gare l’anno.
La Ronda ad esempio è una gara low cost, però se la gente non ha quei 2/300 euro di budget la vedo dura.
Inoltre un altro interrogativo è legato alle aziende che sponsorizzano, che chiaramente anche loro stanno attraversando un momento difficile e quindi molto probabilmente ridurranno gli investimenti per le sponsorizzazioni.
Il problema infatti non è la malattia in sé, ma la botta economica che seguirà.
NBS: secondo te nel 2021 perderemo delle gare?
RENATO: secondo me si. Il Trail è nato, è cresciuto e negli ultimi anni ha fatto il botto e per questo stavano spuntando gare ovunque. È anche una questione di selezione naturale, perché gli atleti non possono fare tutte le gare e inevitabilmente si effettua una scelta, inoltre il problema economico c cui ho accennato batterà più duramente sulle gare che non hanno fatto in tempo ad attecchire e a radicarsi.
NBS: secondo te si può fare qualcosa in questa fase per assorbire l’urto?
RENATO: questa è la fase della confusione, è la fase del tutto no, cioè nessuno da indicazioni chiare, tutti parlano ma senza finalizzare nulla “no, non si può fare questo, non si può fare quello” ma rimane tutto sospeso. Forse le piccole gare con pochi partenti, potrebbero organizzare delle partenze a cronometro, ma rimane comunque il problema dei sorpassi, dei ristori, delle docce…insomma siamo nella fase in cui niente è possibile.
Bisognerà attendere la fine dell’estate e penso che verso la fine dell’anno ci saranno indicazioni più certe, che se la mia paura principale rimane a livello economico.
NBS: hai timori per la Ronda 2021?
RENATO: no, manca ancora tempo. Inizieremo tra un mesetto ad aggiornarci, a fare il punto, riallacceremo i contatti ma navigheremo a vista. Io sono un ottimista nella vita, ovvio che se a novembre esplode di nuovo il Covid ci aggiorneremo al 2030…
NBS: nel 2021 ci dovremo aspettare delle gare diverse da come le conosciamo?
RENATO: le restrizioni seguiranno l’andamento del Covid, però vedi il problema è che le leggi le fanno persone che di sport non capiscono nulla, infatti alcune di queste restrizioni non sono dettate dal buon senso e non sono nemmeno realmente utili. Noi a Castiglion Fiorentino abbiamo un’amministrazione Comunale che vede di buon occhio la Ronda e ci supporta, ma se non è così la cosa può diventare davvero molto complicata.
Come Ronda mi piacerebbe trovare il modo per venire incontro alle persone, l’ideale sarebbe fare una gara a costo zero, la vorrei così’ nel 2021 ma non è facile.
NBS: i costi maggiori in una gara sono il pasta party, i ristori e il pacco gara che rappresentano quasi il 50% dei costi. Pensi che la formula del Trail autogestito, un trail più essenziale, possa funzionare?
RENATO: se c’è una normativa che li vieta i ristori giocoforza non ci saranno, ma in generale le gare senza questo tipo di servizi vengono boicottate. Penso che ormai ci si sia abituati a certi tipi di servizi, vedi quest’anno le pretese che sono state avanzate in tal senso, per il prossimo anno cercheremo di attrezzarci con il pesce ed il caviale, casomai facendo una collaborazione con l’ente pescatori…in ogni caso non penso che sia questa la soluzione.
Abbassare i costi d’iscrizione è cosa buona e giusta, io organizzo per passione, non per farmi la pensione integrativa, e voglio agevolare le persone.
NBS: i runner a che cosa si devono preparare a livello psicologico per questo 2020?
RENATO: un professionista o un semi professionista ha buttato via la stagione, un amatore invece casomai avrà la possibilità di partecipare ad una qualche gara per il puro piacere di farla. La stagione in ogni caso sarà completamente ridisegnata e traslata in avanti, infatti una gara come la Ronda potrebbe trovarsi a fare il campionato italiano o mondiale, in quanto i Top Runner saranno in forma a gennaio.
NBS: hai qualche appello da fare alla comunità dei runner?
RENATO: dovete tenere duro e avere pazienza, usate la testa per non avere comportamenti sconsiderati. Nel mio intimo penso che la prima corsa che farò sarà il Trail del Cinghiale! Quelli con più difficoltà sono sicuramente le gare internazionali.
NBS: vedi il TOR che ha concorrenti da 74 paesi differenti, non diventa semplice la mobilità per chi viene dall’estero…
RENATO: infatti, ho messo in preventivo che le internazionali salteranno, forse a fine anno si disputerà qualche gara nazionale e a gennaio si riprende. Noi per il momento pensiamo positivo.